domenica 3 maggio 2009

L'uomo, la bambina e l'albero


La bambina camminava veloce, a testa bassa, guardandosi le All Star blu con ostinazione, trattenendo le lacrime che bruciavano dietro gli occhi troppo truccati di nero. Ora correva, guardando i fili d'erba che pestava con le sue All Star blu bucate, simbolo di quel finto proletariato che è figlio del benessere. Non andava da nessuna parte, correva e basta, stringendo tra le labbra la delusione, l'amarezza, la rabbia, il dolore. Aveva creduto di partire su un cavallo bianco, stringendosi forte alla sua criniera, senza paura di cadere, e di non tornare più. Aveva creduto, e questo è peggio, di poter fare a meno di lui, delle sue parole, del suo affetto. Continuò a camminare e arrivò fino alla riva del fiume e si mise a guardare lontano, nella speranza che ci fosse. Invece c'era solo un albero, grande, che si stagliava nero contro sole. Socchiuse gli occhi, disperata. Li riaprì e laggiù, oltre l'albero, oltre la luce che andava a far il bagno nel fiume, in piedi, c'era lui. L'uomo.
Rimase ferma a guardarlo avvicinarsi, lentamente. . Sembrava fosse lui a portare la luce, sembrava ne fosse lui stesso la sorgente. Una luce fortissima al calar del sole. Eccolo, era arrivato, era lì vicino a lei. Con la mano scostò delicatamente i rami e la guardò negli occhi e piano piano sul suo viso sbocciò un sorriso. E nello stesso momento il rumore di un cavallo al galoppo risuonò nella pianura; la bambina respirò, felice, e gli balzò in groppa. Mentre si allontanava, si voltò a guardarlo. Sarebbe rimasto lì


(Foto di Alessandra, testo di Stelladineve)


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