martedì 23 giugno 2009

Non servì a nulla


La bambina aveva voglia di piangere, di gridare, di strappare il poster tridimensionale in cui si trovava, da cui potevano vederla. Cornice banale di una città regina. Seduta sul parapetto, lasciando spenzolare i piedi sulle teste dei passanti, osservava mesta il Monte dei Cappuccini specchiarsi nel Po. Dietro di lei la folla andava e veniva, ma lei non la sentiva. Guardava la sigaretta bruciare tra le dita nel silenzio straziante di quel momento insignificante. Si osservò le unghie rosso chanel e le detestò, avrebbe voluto usarle per squarciare il suo passato, e poi con ago e filo avrebbe reso di nuovo integra la sua anima. Avrebbe volentieri buttato via tutto, versato i ricordi nel fiume da un sacchettino, come coriandoli. Di tutto si sarebbe liberata, e poi sarebbe tornate indietro, all'origine. Li avrebbe eliminati tutti, per poter correre nuova e pura tra le sue braccia, per celebrare il trionfo dell'amore. Tutt'a un tratto, sentì una presenza dolce e asciutta dietro di lei. Non la sorrideva, la guardava con la tenera ostinazione degli umidi ricordi di un magico passato vissuto con gioia. Allora la bambina gli sorrise. "Non butto tutto. Ti tengo"


E con rabbia versò il sacchettino di sale nel fiume fangoso.


Ma non servì a nulla

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