venerdì 12 ottobre 2012

Edith Wharton, Fabrizio De Andrè, il rapido consumo

Il regionale Piacenza - Torino delle 17.17 non è un treno che amo particolarmente. Sempre affollatissimo, gente che sale e gente che scende in ogni stazione. Non c'è tempo per osservare qualcuno con calma, ascoltare abusivamente un discorso in particolare. Si può solo cercare di isolarsi, crearsi una bolla in cui galleggiare per un paio d'ore. E così ho fatto, leggendo Ethan Frome di Edith Warton.

Arrivata alla fine (è un libro molto breve!) mi mancava l'aria. é una storia dura, crudele, collocata minuziosamente in un' epoca storica e nello spazio ma ugualmente senza tempo. La storia di un sacrificio, di una tragedia. Un romanzo sconvolgente, scritto con stile piano ma graffiante. Una storia di cui percepiamo l'atmosfera soffocante, l'odore del dolore dei protagonisti; riusciamo quasi a vedere le tre figure muoversi per quella fattoria sperduta. Non voglio dire nulla di più sulla trama, ma davvero, leggetelo!

Arrivata alla fine, quindi, avevo bisogno di riflettere, di lasciarmi andare alle emozioni trattenute da Ethan, da Mattie e da me durante la lettura. Ho posato il Kindle nella borsa, cambiato gli occhiali, appoggiato la testa al sedile, e fissavo il panorama senza vederlo.                                                            A tutt'un tratto, una frase pronunciata da una ragazza sul sedile dietro al mio mi ha risvegliata dal torpore.
"ma sì, De Andrè ha poi fatto un paio di canzoni carine...."

Dalla posizione in cui ero, non riuscivo a vederla, e nemmeno riesco a immaginare nè lei, nè la sua accompagnatrice. Le persone che pensano così sono tante, più di quante non crediamo, davvero. Poteva essere una ragazza carina, una di quelle magari con il libretto pieno di trenta, un modo di vestire normale, una vita sociale soddisfacente. Una famiglia, un fidanzato, un cane. Una commessa in un negozio elegante. Una delle cameriere del bar dove andiamo a prendere il caffè al mattino. Anzi, quasi sicuramente. é irritante, forse a una schizofrenica avrei potuto perdonare una simile uscita, per la serie.. "perdonala, che non sa quello che dice". 
Sicuramente, era una che vive di rapido consumo. Quelle persone che non sono capaci di chiudere gli occhi, appoggiare la testa e ASCOLTARE, che è diverso da sentire. Ascoltare le parole, ascoltare la musica. (dobbiamo parlare di cosa è musica e di cosa non lo è? no, non lo faremo). Una persona che ha letto e ma soprattutto apprezzato (perchè alla fine l'abbiam letto tutti) le "centocinquanta sfumature di merda" in vetta alle classifiche. Una persona che bollerebbe Battisti come pesante e deprimente, una persona che crede che Geordie sia una famosa hit di Gabry Ponte, o peggio, una canzone resa finalmente figa da Gabry Ponte!



Una persona che troverebbe Ethan Frome noioso, che non sarebbe capace di appoggiare la testa su sedile per riprendersi dopo la fine di un libro.


N.B. tra i commenti del video che ho inserito, c'è quello di uno che scrive che
"Quella di Gabry Ponte è moolto meglio!!!"

2 commenti:

  1. Ciao
    se passi da me c'è un premio "internazionale" per te!

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  2. Sono davvero contenta che anche tu come me hai apprezzato "Ethan Frome" della Wharton. Sì, sicuramente è un romanzo breve molto tagliente, doloroso, lascia un po' attoniti sul finale, ma io amo i romanzi non scontati che riescono a lasciare il segno, che riescono ad imprimersi a fuoco nel lettore. E certamente non è un libro che potrebbero apprezzare tutti, anzi, sono sicura la maggior parte lo chiuderebbe dopo le prime pagine e lo etichetterebbe come noioso.
    Per quanto riguarda la seconda parte del tuo post... beh... non so che dire. Io ammetto di non essere un'appassionata di musica, però la canzone nel video la conosco (e conosco, purtroppo l'avevo sentita alla radio, anche la trasmutazione di Gabry Ponte, terribile!!!) e riconosco che non c'è davvero paragone con le tristi hit da discoteca, non si dovrebbe neanche fare un paragone del genere :-(

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