E qui forse mi sto addentrando troppo nei meandri della mia psiche e del mio cuore, definendolo entità. Eppure... se l'uomo qui descritto in realtà non fosse un uomo? Fosse solo il simbolo di ciò che sono, e del fatto che devo fidarmi di me stessa e delle mie capacità?...
Ad ogni modo, buona lettura. Fidatevi di voi stessi, e non del cavallo. Bianco si sporca. Oppure, è nero coperto di vernice bianca.
se vi piace la foto, date un'occhiata qui.
La bambina camminava veloce, a testa bassa, guardandosi le
All Star blu con ostinazione, trattenendo le lacrime che bruciavano
dietro gli occhi troppo truccati di nero. Ora correva, guardando i fili
d'erba che pestava con le sue All Star blu bucate, simbolo di quel finto
proletariato che è figlio del benessere. Non andava da nessuna parte,
correva e basta, stringendo tra le labbra la delusione, l'amarezza, la
rabbia, il dolore. Aveva creduto di partire su un cavallo bianco,
stringendosi forte alla sua criniera, senza paura di cadere, e di non
tornare più. Aveva creduto, e questo è peggio, di poter fare a meno di
lui, delle sue parole, del suo affetto. Continuò a camminare e arrivò
fino alla riva del fiume e si mise a guardare
lontano, nella speranza che ci fosse. Invece c'era solo un albero,
grande, che si stagliava nero contro sole. Socchiuse gli occhi,
disperata. Li riaprì e laggiù, oltre l'albero, oltre la luce che andava a
far il bagno nel fiume, in piedi, c'era lui. L'uomo.
Rimase
ferma a guardarlo avvicinarsi, lentamente. . Sembrava fosse lui a
portare la luce, sembrava ne fosse lui stesso la sorgente. Una luce
fortissima al calar del sole. Eccolo, era arrivato, era lì vicino a lei.
Con la mano scostò delicatamente i rami e la guardò negli occhi e piano
piano sul suo viso sbocciò un sorriso. E nello stesso momento il rumore
di un cavallo al galoppo risuonò nella pianura; la bambina respirò,
felice, e gli balzò in groppa. Mentre si allontanava, si voltò a
guardarlo. Sarebbe rimasto lì
(Foto di Alessandra, testo di Stelladineve)
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