domenica 25 novembre 2012

La custode di mia sorella - Jodi Picoult

TRAMA:
libroAnna non è malata ma è come se lo fosse. A tredici anni è già stata sottoposta a numerosi interventi chirurgici, trasfusioni e iniezioni in modo che la sorella maggiore Kate possa combattere la leucemia che l’ha colpita in tenera età. Anna è stata concepita con le caratteristiche genetiche che la rendono idonea a essere donatore di midollo per la sorella, ruolo che non ha mai messo discussione ma che ora le diventa, di colpo, insostenibile. Perché nessuno le chiede mai il suo parere? Perché si dà per scontato che lei sia disponibile? Anna prende una decisione per molti impensabile e che sconvolgerà la vita di tutti i suoi cari: fa causa alla sua famiglia.

Un tema forte, quello trattato da Jodi Picoult in questo romanzo. Una storia sconvolgente, in cui pagina dopo pagina ci chiediamo che parte prendere, cosa pensare, cosa dovremmo pensare e non troviamo mai una risposta. Una storia in cui tutti personaggi sono delineati in maniera perfetta, minuziosa. Li conosciamo tutti, li capiamo tutti. Siamo più d’accordo con qualcuno e meno con qualcun altro, ma siamo empatici con tutti, interamente.
Anna, Kate, i suoi genitori, l’avvocato a cui Anna si rivolge, il tutore che si occupa di lei, perfino il giudice li sentiamo vicini in questa storia in cui si cerca disperatamente il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tra l’etica e l’amore, tra la legge e la giustizia. Confine che non si trova. Risposte che mancano e continuano a mancare; un problema a cui non c’è soluzione, non c’è rimedio. Più leggi, meno riesci a immaginare il finale.  E l’autrice ci sconvolge, con un finale a sorpresa, assolutamente inaspettato. Perché non c’era altro modo di uscire dall’impasse. E lo chiudi con un groppo in gola.
Una storia coinvolgente, personaggi costruiti bene… ma questo libro ha, a mio avviso, un grosso limite: è scritto male. La narrazione è affidata, capitolo per capitolo, a ciascun personaggio in prima persona: si crea una confusione pazzesca, basta distrarsi un attimo e non si capisce chi stia parlando, anche perché la Picoult non adatta la sua prosa alla voce narrante.
Peccato…Non leggetelo se siete già tristi o troppo sensibili. 

Da questo libro è stato tratto un film omonimo, con Cameron Diaz e Alec Baldwin.

Nessun commento:

Posta un commento