mercoledì 17 aprile 2013

Castelli di pietra - l'amore che va.

L'amore viene, l'amore va. Ed è vero, purtroppo. Per quanto possiamo combattere, impegnarci, cercare di essere tetragoni, pronti ad affrontare la sorte, le difficoltà, l'oscurità... non sempre vinciamo, e rimaniamo lì seduti sul bordo del fiume, ad osservare l'acqua che scorre, a controllarne il livello. Per poi riprendere sorridenti, come se niente fosse, anche se dentro si muore, una passeggiata sotto i portici di via Po, in un mix di passato e presente, di cose già dette, di storie diverse, di speranze perdute, di dolori sempre più laceranti.

E in un tutto questo c'è sempre la stessa figura un po' buffa, ma tanto affettuosa, che pensa, che riflette, che rimugina, che ci soffre, che scrive anche se nessuno glielo chiede.

E mi dispiace, che per te l'amore sia andato. Mi dispiace per il tuo sorriso che immagino spento, per il tuo passo morbido un po' meno lungo. Mi spiace per le parole che usciranno dalla tua penna, per le tue dita macchiate di lacrime e inchiostro.

E spero che tu possa ritrovare presto il sorriso, e fare nuovi progetti, e costruire nuovi castelli. Questa volta di pietra, la più resistente che trovi. Perché per te sogno un futuro luminoso, oltre le tenebre delle tue parole.

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