domenica 28 aprile 2013

Ravenna per due - Preterizione, ancora.

Voglia di comunicare e non di farlo. Di raccontare e di tacere. Di mettere nero su bianco dei ricordi, e di conservarli solo per me. E' la sensazione che mi accompagna ormai da più di un mese, come se tutto quello che mi sta succedendo di bello mi avesse succhiato l'anima, e mi portasse via anche le lettere, le parole, e la capacità di metterle insieme.

Succede così, con le emozioni positive molto forti. L'ho già detto, non si riesce a restituirle, a buttarle giù. E descrivere i passi mossi insieme... quello sembra improvvisamente riduttivo.

E la scoperta non è stata solo quella dell'amore, della gioia di passare del tempo insieme, di camminare mano nella mano guardando una cartina, aspettando di vedere cosa ci fosse dietro quell'angolo, ridendo come matti perché in questa vacanza i pazzi li abbiamo incontrati tutti noi.

C'è stata la scoperta di qualcosa che fino all'altro ieri avevo sempre visto solo sui libri, studiandolo più volte, conoscendone il valore, la storia. In teoria, ne conoscevo anche la forma e il colore. Ma entrare davvero a San Vitale, e non solo, è stato una rivelazione. Vedere davvero, con gli occhi, e stupirsi chinandosi a toccare il pavimento, sono state emozioni nuove, e inattese nella loro intensità.
E ancora più inatteso è stato l'effetto che mi ha procurato vedere per la prima volta un'opera che ho sempre un po' snobbato, inserendola nella tiritera di cose da ripetere e basta... è buffo dirlo, ma niente mi ha stupita come la cattedra di Massimiano.
E ci sarebbe ancora da scrivere tanto, sui monumenti, sulla città, sui morsi alle piadine, sul mio amore, ma le parole rimangono nei polpastrelli.

...

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