sabato 21 settembre 2013

Più piccolo, più squallido, più sporco - (e giorno 9)

Premessa a cui tengo particolarmente: non faccio parte di quel gran numero di italiani che si lamentano in continuazione del loro paese (e lo facevano già ben prima di questo sfacelo socio  politico), sia in Italia sia all'estero.  Anzi,  la cosa mi irrita moltissimo, soprattutto perché la trovo spesso figlia dell'ignoranza. In particolare, mi ricordo, alla stazione di Parma una ragazza si lamentava a gran voce della confusione sul binario, spiegando che in Cina (o forse in Giappone, boh!) ci sono degli addetti che costringono le persone in attesa del treno a stare dietro una linea o un punto che sia. Ecco, lì per poco non ho spinto la suddetta ragazza sui binari, giusto per darle un motivo valido per lamentarsi della confusione. Che poi, probabilmente, sarà stata la prima volta che prendeva un treno in vita sua, perché com'è noto i pendolari, quelli veri, stanno buoni buoni, non si accorgono più dei disagi, forse perché hanno troppa voglia di tornare a casa alla sera. Comunque, non è questo il punto.

Il punto è che, per quanto non mi piaccia, e non voglia, criticare il mio paese a destra e a manca, a volte capita che tornando a casa dopo una vacanza all'estero si avvertano certi "effetti collaterali". Dopo Parigi, per esempio, l'impressione era che il mio mondo fosse molto piccolo, oltre che un pochino più squallido. Però per il resto non mi sembrava che casa mia fosse più "sporca" (anzi, a Parigi certi bagni, anche nei ristoranti, erano da vomito), o più "pericolosa" (e anche qui mi vien da dire "anzi"). Tornando dall'Austria, invece, le differenze sono state tante. Prima, andare in bici sul Lungo Po mi sembrava la cosa più figa del mondo, e se mi turbava un po' l'idea di addentrarmi nel bosco alle Vallere non mi facevo domande, giravo la bici e tornavo indietro. Adesso invece mi rendo conto di sia squallido e trasandato appena fuori dalla zona del borgo medievale. Pedalando verso le vallere, superata la passerella sul Sangone, l'odore di fogna è quasi insopportabile; le cacche dei cani, i pacchetti di sigarette e le lattine di birra abbandonate non sono rari da incontrare.  E soprattutto, in tante zone non c'è proprio nessuno (poca voglia da parte dei Torinesi di uscire dai centri commerciali e di entrare in un parco pubblico?), e quell'aria di abbandono non ti incoraggia per niente. Alla fine, tutti pensiamo (soprattutto le donne) i classici "e se mi succede qualcosa?", ma soprattutto... "se da lì dietro salta fuori qualcuno?". Invece, la ciclabile del Danubio, da quel punto di vista lì, non avrei avuto paura a percorrerla da sola.
Ecco, questo è triste. Triste perché Torino è bella, il Po è bello, mica come a Piacenza che è marrone, i percorsi sarebbero tanti, e invece... 

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