Per quelli che ci hanno indottrinato all’usa e getta. Per tutti quelli che speravano che rifiutassimo definitivamente il nostro corpo.Ecco. Bello, vero? Mi sembra la più grande accozzaglia di
Questo è il succo delle nostre viscere dal quale non scappo, una macchia senza limiti, uno spremere che non potete fermare. Il mio corpo si disperde, il mio pensiero anche. Con queste mutande macchiate di sangue come bandiera contro la dottrina del Potere, contro le strutture stabilite, vi faccio sapere che:
-Nel mio corpo decido io e così, ogni mese, mi libero dell’endometrio riaffermandomi nella mia decisione di controllare la capacità di riproduzione del mio corpo. Nella mia carne comando io.
- Ci riusciste a suo tempo però ormai non mi vergogno più di macchiarmi e decido volontariamente di farlo esibendolo pubblicamente.
- Mi macchio e non mi fa schifo. Mi macchio e non mi faccio schifo. Non rifiuto il mio corpo, questa è la mia natura.
- E neanche sono malata quando ho le mestruazione, non stò male. Esattamente al contrario, mi riciclo in ogni periodo.
- Non è una maledizione nè un castigo divino. È una attività ormonale.
- Siamo stufe dei pregiudizi mestruali, della invisibilità.
- Visibilizzare le mestruazioni per visibilizzare il corpo come spazio politico.
Ci siamo stufate di chiedere assorbenti tra sussurri e sguardi complici. Con questo manifesto metto un punto finale alla tirannia in cui mi avete educato. Non ci sarà più permissività da parte mia, le mestruazioni sono mie.
Concordo sui "non è un castigo divino", credenza ancora diffusa, fortunatamente sempre meno, sui "pregiudizi" (per la serie "sei nervosa perché hai il ciclo?"), e sul "non sono malata".
Mi fa un po' ridere il "nella mia carne comando io", perché se davvero potessimo comandare le mestruazioni dubito che le avremmo durante le vacanze al mare e in quel week end romantico che aspettiamo da due mesi. O sbaglio?
Poi, si scagliano contro la cultura dell'usa e getta: la scelta di passare ad altri prodotti, come la coppetta, appunto, è assolutamente personale, ma l'usa e getta ha sicuramente liberato le donne dal dover lavare le pezze di lino. Eh sì, care ragazze del Sangre Menstrual, non abbiamo nessuna intenzione di "visibilizzare" (... google translate??) le nostre mestruazioni in questo modo, e non per vergogna, o per senso di colpa, ma principalmente per rispetto verso noi stesse. Usare un tampax / assorbente / coppetta / pampers in "quei giorni lì" non è un atto di negazione verso le mestruazioni ma un semplice gesto pratico, mi pare.
Non è un nascondersi, quell'andare in giro come se niente fosse: è un rispettare la propria intimità e la propria privacy. Così come non vi dico quante volte ho fatto l'amore nel week end, o se ho fatto la cacca stamattina, manco vi dico che ho le mestruazioni. Non credo sia un atto politico (??) di liberazione della donna questo sbandierare, anzi. Poi, per carità, che ci sia gente assurda che alla cassa del super nasconde gli assorbenti sotto la pasta è vero, ma non credo che sia meglio (far finta di) non usarli.
La cosa più bella è l'ultima. "le mestruazioni sono mie": e certo che sono tue, cara la mia autrice del manifesto. Tienti pure le tue, che io ho già le mie.
Tornando (?) serie, che ci sia ancora molta ignoranza riguardo ad argomenti come le mestruazioni, e la contraccezione ormonale che viene al seguito, è purtroppo una grave realtà, ma non credo che la soluzione sia andarsene in giro con i pantaloni sporchi di pomodoro. Dovrebbe essere meno difficile parlare di mestruazioni, affrontare un problema del ciclo senza imbarazzo, quello certo. Ma a me, quei pantaloni bianchi macchiati di rosso fanno solo schifo, anche se le Sangre Menstrual sostengono che non sia così.
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