domenica 6 aprile 2014

La grande notizia

Quando, in terza media, avevo paura ad andare in bici, chi avrebbe mai detto che avrei cominciato a usarla tutti i giorni per andare all'Università, e che avrei fatto più di 300 chilometri in sei giorni?
Quando, prima di rimanere quindici giorni a Finale con la nonna piangevo perché non volevo lasciare la mamma, chi avrebbe mai potuto prevedere che sarei stata io a chiedere di andare a studiare in un'altra città?
Quando per anni ho aspettato la persona sbagliata, e poi ho subito per troppo tempo vessazioni e umiliazioni di ogni genere, non avrei mai immaginato che sarei stata ancora capace di riconoscere il buono negli occhi di un uomo, e di innamorarmene senza paura.
Ma soprattutto, quando mi rifiutavo di fare anche solo una vacanza studio all'estero, avrei potuto prevedere (e avrebbe potuto farlo qualcun'altro?) che avrei preso la decisione di trasferirmi in un paese di cui non conosco la lingua? Ecco, nessuno. Io per prima... Eppure!



Esatto, avete capito bene. Come credo sappia la quasi totalità delle persone che mi conoscono e dei lettori di questo blog, Stefano da settembre vive in Germania (vedi post). Nel corso di questi mesi, ci siamo spesso chiesti quale sarebbe stata la "decisione" finale: sarebbe tornato lui, o sarei partita io?
Decisione sofferta, tanti pensieri, tanti elementi da valutare: per come la vedo io, è stato quasi più difficile gestire l'ansia del "dover decidere" che non il prendere la decisione in sé.
Tra pochi mesi (tre, se tutto va bene) avrò in tasca la mia laurea, Storia e critica delle arti e dello spettacolo. Un percorso faticoso ma sempre appassionante. La tesi, che mi ha procurato più pensieri di quanti non immaginassi, riguarda un argomento che adoro, e sono fiera di essermici dedicata con passione e impegno, ma... Ma! Per quanto io per prima rifugga dal discorso sulla "spendibilità" delle lauree, è innegabile che oggi una laurea umanistica non ti apre molte porte. Come minimo, sono necessari ulteriori percorsi formativi, come master o dottorati. Che quando non ti tolgono denaro dalle tasche, certo non te ne mettono. E sinceramente, per quanto tenga alla mia realizzazione professionale (posso usare questa parola?), non vorrei rimandare in eterno il momento in cui assisterò al formarsi della mia famiglia.
Non mi dilungo su questo aspetto: so bene - purtroppo - che questa è la situazione in cui versano tanti giovani italiani come me.
A questo punto, capirete come la decisione sia, verso la fine, arrivata un po' in automatico, "da sola", almeno per quanto mi riguarda. Non ho un lavoro, non ho tante possibilità di trovarlo (almeno non nell'immediato), voglio vivere con Stefano... la risposta è Germania. Non per sempre, questo no. Per ora, non sappiamo per quanto. 

Quello che lascio... è tanto, tantissimo, così tanto che il pensiero a volte è insopportabile. La mia famiglia: mia mamma, e mio fratello. Il rapporto con la mamma è strettissimo, da sempre. Tanti me lo invidiano. E soprattutto è un rapporto fisico, con entrambi. In casa mia i baci e gli abbracci sono all'ordine del giorno. Mi mancheranno da morire. Le telefonate chilometriche con la nonna, che non credo potranno più essere così chilometriche. La pizza a Valtournenche con papà. Le serate con le ragazze del convitto.. ma di questo distacco in realtà ho già parlato, l'anno scorso, in parte è già attivo. Le chiacchierate infinite con Silvia sui gradini sotto casa mia. Le mie zie, e miei cugini. I weekend sugli sci, alle Cime Bianche. Sembra stupido ma.. ci pensavo proprio oggi, scendendo dall'ovovia. E' una sorta di rito, qualcosa che mi porto dietro da anni. Compire gli stessi gesti, sempre nello stesso posto, con la mamma, vedere sempre le stesse facce. E' bellissimo. E mi mancherà, e vedrò di supplire durante le vacanze natalizie. E spero che Stefano, anche se ha il difetto enorme di non saper sciare, mi porti in qualche comprensorio della Baviera.

Grazie al Web, posso portare con me la mia più grande passione: la lettura. Posso continuare a scaricare ebook, a leggere, a recensire sull'altro blog e su Leggere a Colori. Posso confrontarmi con gli altri lettori, polemizzare, e litigare. 

Quello che mi aspetta è innanzitutto la convivenza, e non vedo l'ora. Non c'è altro da aggiungere, su questo punto. Per il resto, è una gigantesca sfida. Alla quale non voglio sfuggire. E' arrivato il momento di uscire dal guscio, di confrontarmi col mondo e cogli altri. Dovrò sforzarmi di comunicare in inglese, e di imparare il tedesco, sperando che il latino mi serva a qualcosa, a questo proposito. Dovrò imparare a cucinare sul serio. E provare a fare la pizza, che so già che mi mancherà tanto. E tantissime altre cose che ora non mi vengono in mente, ma ci sono. Ma mi sento piena di energia al pensiero di affrontarle, di mettermi d'impegno per costruire qualcosa di mio. Anzi, di nostro.
Dove vanno queste rotaie?

Ecco, diciamo che è  più o meno tutto qui. Non che sia poco, eh. Però insomma, la "grande notizia" è questa. Per adesso, bisogna finire la tesi. Infilare quel vestito verde e discuterla. Poi, godersi le vacanze più meritate di sempre. E poi.. si partirà all'avventura. Prima, ci sarà tutto il tempo di incontrare chiunque voglia salutarmi, ovvio. E anche dopo.. io sarò sempre qui. Raggiungibile via mail, via Facebook. Scriverò sempre sui blog, e chissà che sentirmi lontana da casa non mi aiuterà a essere più costante. 



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