lunedì 3 novembre 2014

Ansia da prestazione linguistica

No, non sto per scrivere un post in cui dichiaro quello che penso mentre sto per dedicarmi al sesso orale o, se preferite, a un pompino.

Voglio parlare della cosa che più mi mette ansia ogni volta che esco di casa (ok, anche ogni volta che qualcuno mi citofona e non è solo la postina)  qui a Schweinfurt: la lingua.
Non conoscendo il tedesco, per adesso mi esprimo in inglese, che non parlo allegramente e fluentemente come sarebbe auspicabile. La storia del mio rapporto con l'inglese è la storia di una battaglia combattuta sempre strenuamente ma mai vinta. Oggi riesco a sostenere una conversazione senza pensarci troppo, quanto mi ci trovo dentro, ma se devo scrivere qualcosa la classicista che è in me cerca di declinare gli aggettivi e faccio sempre una certa fatica a reprimerla.
Le brutte abitudini son proprio dure a morire.

Proprio per questo motivo, ogni volta che so di dover parlare con qualcuno che non è la cassiera del supermercato (con quella me la cavo con "Morgen!" e "Danke - Tschüss") precipito nell'ansia più nera che tengo a bada ripetendo in maniera ossessiva tra me e me quello che dovrò dire, cercando di immaginare le risposte alle mie domande e formulando quindi altre domande e risposte. Probabilmente sono incapace di fare questo esercizio a labbra chiuse, e questo potrebbe spiegare perché spesso la gente per strada mi fissa. 

Aspettando che inizi il corso di tedesco, mi sto dedicando alle lezioni di Assimil, volumetto che ti promette di imparare una lingua straniera (in questo caso quella locale) "senza sforzo". E, che si creda o no nel metodo, qualcosa sto imparando, infatti quando guardo un video su Youtube non mi sembra più che quelli della pubblicità parlino in cinese, e riesco a decifrare i cartelli pubblicitari per strada.
Almeno, fino a settimana scorsa pensavo che Assimil mi stesse aiutando solo in queste due cose, ma ho dovuto ricredermi: infatti, mentre mi avviavo a portare i miei documenti alla segreteria della Volkshochschule, mi sono messa a ripetere tra me e me quanto avrei detto all'impiegata e mi sono accorta con stupore che ogni due parole di inglese ne mettevo dentro tre in tedesco, peraltro pure giuste (almeno, credo fossero giuste).

Allora ho deciso che pazienza, avrei sospeso il nefasto esercizio e successivamente improvvisato.
E ho fatto bene, perché evidentemente l'impiegata - che non mi aspettava - non si era ripetuta la tiritera e ha apprezzato il mio mischione!

2 commenti:

  1. Per esperienza personale ti do un consiglio: la paura di parlare ti frega sempre. Dunque la prima cosa da fare è domarla: fai prevalere la voglia di comunicare, non ti preoccupare se sbagli, col tempo migliorerai. Cerca di parlare, di scrivere, di leggere in ogni situazione e cerca di capire come ci si esprime elegantemente in una lingua altra. Parlare spu a lingua straniera significa innanzitutto cambiare impostazione del proprio pensiero. Ti garantisco che questo non te lo darà nessun corso, dipende esclusivamente dalla tua volontà.
    Un saluto ;)

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