martedì 10 novembre 2009

Sonja. 15 ottobre 2008

(fantasia da Delitto e Castigo)
"Mi prostituisco, è vero. Cammino su e giù sulla Neva in un abitino svolazzante, che fa passare il freddo direttamente nel cuore, e il foglietto giallo in tasca. Li osservo passare tutti, uno a uno, alcuni li invito, altri li lascio percorrere la loro strada. Sono tutti diversi, tutti uomini a modo loro, ognuno con le sue voglie e i suoi pensieri. Fisso curiosa quei due gendarmi laggiù, uno bellissimo e l'altro intrigante, così così. Ma loro fermano solo le donne oneste, non si sporcano le mani, mordono a sangue le vite di quelle fanciulle, abbandonandole piangenti sulla riva, mentre lustrano la divisa e incartano bugie, barba ordinata e ipocrisia, carrozza lucida e falsità. Li temo, li schivo e li odio, a loro non venderò il mio cuore per un'ora. Anche se forse dovrei esser meno schizzinosa, mio padre è morto, ubriaco si è fatto investire da un carro, per il funerale non ci sono soldi. Ecco là uno squallido impiegato, in un cappotto di coniglio, glielo ruberanno, e morirà di influenza, più che una puttana sembro una Cassandra. Ecco l'onesto, corre via, manco vede le foglie cadere, e non vede in che inganno è immerso. Un altro ha commesso un delitto terribile, incomprensibile, inconoscibile, sconta la pena in una prigione senza sbarre in Siberia, e là lo seguirò, mica per altro, ma perchè credo in lui e per redimermi, trent'anni non sono poi lunghi. per una puttana, per un eroe condannato, sporco e ubriaco(ihih)"

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