venerdì 7 settembre 2012

...tempo di bilanci

Da settembre a settembre è un anno. Forse dovremmo cominciare a festeggiare il capodanno il 1° di settembre, eviteremmo tutta questa confusione tra anno scolastico/lavorativo e anno solare.
Anche se quest'anno c'è stata una netta differenza, tra il 2011 e il 2012, fin dall'inizio. Il 2012 si è subito fatto conoscere come un anno faticoso, doloroso. Ma partiamo dall'inizio.

Inizio brillante, anche se faticoso. Sette strette di mano e finalmente quattro quarti di vittoria, una corona d'alloro e una barba finta, tanti sorrisi e tante foto di gruppo, e al mio fianco tante persone. Persone che c'erano già prima, persone che sono con me da sempre, e altre nuove, in particolare una, ricci e colonna di fumo, che in poco tempo ha bucato la mia corazza, e credo proprio mi abbia capita. E subito dopo la fine il nuovo inizio, la nuova salita senza aver fatto una nuova discesa. Un po' come... una vetta dietro l'altra. E le nuove soddisfazioni, perché non tutti lo capiscono, ma l'università non è solo una fatica e un qualcosa che si deve fare, ma è una gioia. E allora avanti, una prova dopo l'altra, con qualche incidente, qualche malinteso che non doveva esserci, ma con la certezza serena di esser stata corretta e in buona fede.

Un 2012 personale burrascoso. Una perdita imprevista, un funerale improvviso, silenzio e fiori colorati, una chiesa che niente aveva da dirmi, e la famiglia tutta lì.

Un'altra perdita, incomprensibile, lacerante. Una mancanza grande, di qualcuno che forse avevo dato per scontato. Una porta che forse però è rimasta socchiusa, si spera che sia socchiusa. E... a casa mia le porte socchiuse si possono riaprire, credo. E una penna di Swarovski sempre nella borsa.

Un intermezzo strano nel cuore dell'inverno, un calore grande, scongelarsi dopo tanto tempo e per la prima  volta davanti a un fuoco immaginario insieme a qualcuno che non avresti mai pensato e insieme hai sempre voluto, senza un perché, ma anche senza forse e senza domande. Quelle cose che si raccolgono così e si mettono in tasca, tenendole buone per la prossima volta o forse per mai più. Ma avendo comunque in tasca un buon ricordo, dove ci siamo solo io e te e solo tu e io.

Un ultimo atto di un qualcosa già finito, mentre fuori incalzava la primavera. Ci sono cose che ci trasciniamo per anni, senza motivo. E dei cambiamenti strani, che non convincono. Ma tanto, a me non importa.

Un'estate serena. Un viaggio ricco di risate e nuove esperienze, le corse in un museo, la semplice gioia di stare insieme.

E poi le solite montagne, il solito panorama, i soliti alberi, il solito cielo. Ma la felicità nuova di vederlo dall'alto, così in alto non c'ero mai arrivata, e l'orgoglio di esserci arrivata solo con le mie forze, cuore gambe e polmoni, e portare a casa due vesciche e le gambe rigide per una settimana ma... il mondo da lassù era così bello, così più bello. Grazie a chi era con me.

E una festa di compleanno, una sorpresa a chi se lo merita di più. Un candela che non si spegnava mai, un sorriso commosso, e le foto di gruppo, e la foto più bella con le mie zie, perché spesso penso che.. senza la mia mamma non sarei la stessa, nemmeno senza mio fratello... ma neanche senza di loro.

Buon anno a tutti, a chi si riconosce in queste righe, a chi non ci riesce, a chi passa di qua.

2 commenti:

  1. Il nuovo anno comincia a settembre, lo dico da sempre anch'io... :-) Le perdite fanno parte della nostra esistenza, la cosa più importante è imparare a elaborarle e a continuare il viaggio...

    In bocca al lupo!
    Pim

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