lunedì 15 ottobre 2012

E il gregge davanti all'Apple store

Non che ce l'abbia con Apple, sia chiaro. Anche se mi viene spontaneo chiedermi quali siano DAVVERO i costi di produzione di Iphone e Ipad. Personalmente, non sento...lo stimolo a spendere più di 700 euro per un oggetto del genere. Non sono una di quelle persone che dicono "mi basta un nokia da 39 euro, per telefonare e messaggiare", assolutamente. Sono conscia della necessità (le mail dei prof. arrivano a tutte le ore del giorno!) di essere always on, ma riesco a esserlo con uno smartphone di prezzo normale; ascolto musica da un lettore mp3 normale che non mi occorra vada su internet (spiegatemi a cosa vi serve l'Ipod che va su internet, vi prego). Leggo libri in formato digitale su un normalissimo Kindle... e tra l'altro, settimana scorsa c'era accanto a me in treno un tipo che leggeva da un Ipad e.. beh, il mio Kindle quel robo lì lo batte 800 a 0, fidatevi. Chissà che mal di testa, poveraccio! Se dovessi scegliere di spendere una cifra simile per un oggetto, forse opterei per una borsa, magari di Gucci. Almeno, non è soggetta a obsolescenza.
Ma queste alla fine sono scelte personali, ognuno spende i suoi soldi come meglio crede. Anche se con i tempi che corrono mi turba un po' vedere Iphone che escono praticamente da ogni tasca: mi vien da pensare che molti siano stati comprati a rate, o con qualche finanziamento strano o simili... Fa tristezza vedere che oggi è questo quello che conta, i giovani chiedono prima l'Iphone e poi di andare in vacanza.

Ma ciò che davvero mi sconvolge, mi indigna, mi imbarazza, mi fa riflettere, è la coda che sabato si è formata in via Roma qui a Torino davanti al nuovo Apple store in attesa che aprisse. In rete circola un video abbastanza significativo, lo trovate sulla mia pagina Facebook. Nel video si vedono centinaia di persone in attesa, anziani e madri coi figli nel passeggino: certo, cosa c'è di meglio per un cucciolo d'uomo che passare magari una giornata intera ad aspettare che un negozio apra? Sinceramente spero che abbia pianto tutta la notte. Da LaStampa.it ho appreso che il ragazzo che aveva il numero uno era lì da mercoledì, e aveva quindi dormito due notti sotto i portici di via Roma. In un certo senso è confortante, vedere che al mondo c'è gente che può perdere tutto quel tempo.
Nel video vediamo anche un congruo numero di dipendenti (e a questo punto, se fossi per caso passata di là avrei lasciato la città per la vergogna, lo giuro) che si produce in un balletto tenedendo in mano lettere di cartone (torino, via roma... originale) accompagnato da coretti che neanche all'oratorio o nel villaggio turistico più trash del pianeta.
Io una lunga attesa - non dormire fuori, no - l'avrei fatta per il Liga, lo ammetto. Una persona umana che ha dei meriti, mentre un negozio certo non li ha. Volete comprarvi un Iphone, Ipad, Ipod, Ipud nell'Apple Store più grande d'Italia? Liberissimi, andateci domani. Che senso ha fare ore e ore di coda per entrare OGGI? in che modo arricchisce, in che modo qualifica?

Non è progresso, questo. L'Iphone sarà un prodigio della tecnologia, e questo è progresso. Ma le centinaia di persone in coda non sono un segno che la società progredisce, anzi. Si torna indietro, si torna a essere pecore che guardano tutti la stessa cosa. Asserviti alla stessa ideologia, attaccatti al feticcio.

In un mondo dove i genitori devono appostarsi di notte davanti agli asili nido per poter iscriverci  i figli, c'è chi può passare due giorni davanti a un negozio.

Nel commento al video preso da LaStampa.it, c'è scritto che "l'obiettivo è fare dell'Apple Store un punto di riferimento della città". Se accadesse, credo che sarebbe la definitiva morte di una delle città italiane più ricca di storia e di cultura.



3 commenti:

  1. Giulia difficile commentare se non lanciandosi in lunghissime riflessioni, peraltro ormai pure quelle lungamente percorse. E' avvilente. Perché è la conferma di quello che siamo, un po' animali da mercato un po' poveracci imbambolati un po' imperdonabili superficiali. La tecnologia come mezzo e aiuto è progresso, intendiamoci. Opera d'ingegno da riconoscere e ringraziare, ovviamente, ogni sua espressione. E il nostro essere schiavi delle cose la vera disgrazia...intontiti dai simboli, succubi di falsi bisogni.
    Mah...:(

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  2. Concordo pienamente: non è tanto il fatto che ci sia tanta gente disposta a spendere 700 euro per un oggetto (per quanto trovo sia ugualmente una mancanza di rispetto verso la povertà dilagante... dato che costa quanto uno stipendio).
    Però ciò che davvero non riesco a capire sono le code davanti ai negozi. E' il simbolo della superficialità, della mancanza di valori, della visuale distorta che le persone hanno verso ciò che è importante nella vita. E con questo non voglio essere come quelle bigotte con i paraocchi che dicono che bisogna pensare a farsi una famiglia ed andare in chiesa la domenica, vade retro satana XD
    Io penso solo che nella vita ci siano cose molto di più belle e più appaganti che stare a seguire ogni moda del momento. Questo è esattamente il gioco del sistema: quello che la società vorrebbe da noi, che fossimo tanti robot incapaci di pensare con la nostra testa. Queste persone dimostrano solo che è così, ed è davvero tristissimo :-(

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  3. Irene, Sara, grazie per esser passate di qua. Stiamo cercando, tutte e tre, di esprimere con poche parole quello che forse dovrebbe diventare materia di un trattato di sociologia.

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