mercoledì 5 dicembre 2012

Chi ben comincia! #1

Torno a parlarvi di libri, anche se in forma diversa. Vi presento la nuova rubrica Chi ben comincia, ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri, che vi consiglio di visitare.

Le regole sono semplici:

  • Prendete un libro qualsiasi dalla vostra libreria
  • copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
  • aspettate i commenti!
Trovo che l'idea sia davvero simpatica e originale: amo leggere le prime pagine di un libro prima di acquistarlo (sì, scetticoni, si può anche con gli ebook), e in più ho sempre pensato che una delle cose più difficili per un autore fosse "l'attacco", e proprio per questo adoro analizzare gli incipit dei libri...

Penso che la rubrica avrà cadenza settimanale, spero di riuscire a mantenere la promessa!

Dopo aver letto Il tempo tagliato, mi è venuta voglia di risfogliare un altro libro curatissimo dal punto di vista sintattico - lessicale che ho letto nell'estate del 2008. Si tratta di Un cappello pieno di ciliegie, di Oriana Fallaci.




Ora che il futuro s’era fatto corto e mi sfuggiva di mano con l’inesorabilità della sabbia che cola dentro una clessidra, mi capitava spesso di pensare al passato della mia esistenza: cercare lì le risposte con le quali sarebbe giusto morire. Perché fossi nata, perché fossi vissuta, e chi o che cosa avesse plasmato il mosaico di persone che da un lontano giorno d’estate costituiva il mio Io. Naturalmente sapevo bene che la domanda perché-sono-nato se l’eran già posta miliardi di esseri umani ed invano, che la sua risposta apparteneva all’enigma chiamato Vita, che per fingere di trovarla avrei dovuto ricorrere all’idea di Dio. Espediente mai capito e mai accettato. Però non meno bene sapevo che le altre si nascondevano nella memoria di quel passato, negli eventi e nelle creature che avevano accompagnato il ciclo della formazione, e in un ossessivo viaggio all’indietro lo disotterravo: riesumavo i suoni e le immagini della mia prima adolescenza, della mia infanzia, del mio ingresso nel mondo. Una prima adolescenza di cui ricordavo tutto: la guerra, la paura, la fame, lo strazio, l’orgoglio di combattere il nemico a fianco degli adulti, e le ferite inguaribili che n’erano derivate. Un’infanzia di cui ricordavo molto: i silenzi, gli eccessi di disciplina, le privazioni, le peripezie d’una famiglia indomabile e impegnata nella lotta al tiranno, quindi l’assenza d’allegria e la mancanza di spensieratezza. Un ingresso nel mondo del quale mi sembrava di ricordare ogni dettaglio: la luce abbagliante che di colpo si sostituiva al buio, la fatica di respirare nell’aria, la sorpresa di non star più sola nel mio sacco d’acqua e condivider lo spazio con una folla sconosciuta.


6 commenti:

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    1. io ho letto solo questo e "lettera a un bambino mai nato". Cos'altro mi suggerisci?

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  2. Eh con un incipit così....grande scelta, Giulia!

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  3. ho notato il tuo blog, anche io ne ho uno e quindi ti seguirò sicuramente :)

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    1. Grazie, benvenuta! qui si parla di un po' di tutto...

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