mercoledì 9 gennaio 2013

Le cose che finiscono male

Non so, magari ho dei problemi. Quand'ero piccola, mi facevo cantare La tradotta. Ho sempre preferito Le piccole donne crescono a Piccole Donne, perché Beth muore. La piccola principessa... era meglio quando stava sola e infelice nella soffitta. La mia lettura preferita nella tarda infanzia / prima adolescenza era Incompreso. 

Preferisco Lettera da una sconosciuta, o La donna che visse due volte, a Spettacolo di varietà.

Preferisco Sofocle sopra tutti i tragediografi, e comunque non ho mai sopportato Aristofane.

Adoro il Rigoletto, mi annoia Le nozze di Figaro.

Ecco, sono contenta che ieri sera Ultimo (canale 5) non sia morto. Però, se lo fosse, sarebbe stato più commovente.

3 commenti:

  1. Ultimo non è morto per lasciare aperta la possibilità di una nuova serie. Oppure perché il buon Raul non si è ancora stufato - in questo senso meglio La Piovra: il commissario Cattani venne ucciso e va là... :-)
    Incompreso fu una delle mie letture di quand'ero bambino, non pensavo andasse ancora di moda. Più truculento comunque Dickens...
    Forse amiamo le storie che finiscono male perché la vita spesso funziona così e non chiediamo false consolazioni. Oppure, al contrario, ci conforta sapere che a noi può andare meglio...

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  2. Per Raul Bova meglio così, è l'unica cosa in cui lo trovo davvero figo, in tutto il resto sembra un pesce lesso!

    Incompreso non va più di moda: l'avevo preso a casa di mia nonna e tutti sconvolti che lo leggessi!
    Sai che credo di non esser mai arrivata in fondo a qualcosa di Dickens diverso dal Canto di Natale? dici che devo riprovare?

    Non so, a me piace piangere disperata, immedesimarmi in quelle situazioni e piangere ancora di più. :)

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  3. Eh Giulia...l'allegria è meno emozionante, diciamolo ;)

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