martedì 8 gennaio 2013

Protetti dal silenzio

.... Inizio qui un esperimento di raccontino a puntate. ho pensato di aprire un blog apposito, ma è meglio di no. Mi confonderei io, confonderei voi. Non saprei come chiamarlo. Avrei delle crisi di identità. In fondo, sono Stelladineve quando racconto, e sono Stelladineve quando parlo di libri. Lo inserisco nella barra superiore, però.

Come sempre, a voi che leggete, e a me che scrivo, in fondo, non è dato conoscere dove finisce l'autobiografia e dove comincia la fantasia. è sempre così, si inseguono, si rincorrono, si abbracciano e si mescolano, la realtà e il racconto. Come i protagonisti di questa storia. Vorrei chiamare lui "l'uomo", perché un po' lo è, ma non credo vada bene. Genererebbe confusione. Inventare nomi non mi piace, non mi è mai piaciuto. Pensate ai Sei personaggi in cerca d'autore. Nemmeno loro hanno i nomi. I miei personaggi sono vivi, forse. O forse no. Sono degli ibridi, degli incroci. Sono veri o falsi? Non meritano di vestire i loro nomi veri (ma ce li avranno?) ma poveretti, non devono neanche subire l'umiliazione di esser chiamati con un nome che non è il loro. Chiamiamoli Lui e Lei, e facciamola finita.
L'ambientazione della storia... è nel silenzio, può bastarvi? Nel silenzio anche quando parlano, anche quando intorno c'è rumore. Perché loro non sentono né il rumore, né le parole che si dicono l'uno con l'altro.
Nel caso non l'aveste capito, non c'è lieto fine.

All'inizio, Lei non poteva vedere Lui. Proprio no, assolutamente. Lo schivava, anche quando lo incontrava per strada, fosse sola o accompagnata. Non gradiva doversi fermare a salutarlo. Non sapeva mai se lui l'avesse inquadrata, se sapeva chi fosse, da dove venisse, se conoscesse il suo nome, la sua età. Lei sì, questi dettagli li sapeva, tranne l'ultimo. Alcuni, li aveva raccolti per caso, senza interesse. Altri, aveva cominciato a chiederli qua e là, senza sapere perché. Afferrandoli spasmodicamente, trattenendoli come un dono prezioso. Lo osservava mentre guardava lontano, provando sempre la stessa antipatia e la stessa avversione, lo stesso sospetto, lo stesso fastidio vedendo quello sguardo fisso, così lungo, supponente. Come se lui non potesse guardare lì, dove stavano tutti gli altri. Lo guardava, e intanto provava uno strano compiacimento, nel sapere che a casa stava costruendo la storia di lui, unendo i mattoncini che aveva raccolto in giro. Comunque, lui era antipatico. Presuntuoso. Accompagnato da una donna di cui Lei aveva appena abbozzato i contorni, e che ora è sparito nell'oblio, sia per Lui sia per Lei, ovviamente. 
Un giorno, per caso, Lei aveva scoperto anche gli anni che li separavano. E aveva deciso di non pensarci più.

4 commenti:

  1. Si comincia sempre col ti vedo, non ti vedo, ci penso, ma non ci penso, vado, ma non vado :)

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  2. Ma io qui avevo lasciato un commento e adesso è sparito???!!???!!!!!!!!!!!!!
    Comunque aspetto le prossime puntate ;)
    Irene

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