lunedì 11 marzo 2013

Heidi

Ieri ho riletto Heidi, sul treno. L'ho scelto un po' per rilassarmi dopo aver passato due giorni a scrivere una tesina per l'università, e un po' perché avevo voglia di coccolarmi, di sentirmi un po' bambina, di lasciare che quelle pagine scorressero da sole, di riassaporarle piano, come un gioco dimenticato. Heidi è davvero l'infanzia, la televisione la domenica pomeriggio, la sigla alla tele, le caprette disegnate nei cartoni. E poi quel film, con quei paesaggi così meravigliosi e severi insieme.

Heidi... Heidi sono un po' io, lo sapete. Per carità, io in città mangio lo stesso, e non divento sonnambula. Sono solo un po' più tesa, bisognosa d'aria, di spazi aperti. è questo, essenzialmente, che manca ad Heidi a Francoforte: poter vedere le cime, i panorami ampi. A Torino, dalla finestra della mia classe, si gustava un colpo d'occhio sul Monviso bianco, ed era bellissimo. Heidi prova a salire sulla cima del campanile, ma sotto ci sono solo tetti e torri. Avrei voluto portarla sulla Mole, povera Heidi, o a Superga. Anche se non è la stessa cosa, è comunque qualcosa.
Di Parma amo tutto, ma non riesco a perdonarle questa piattezza esasperante, questo panorama di case, questa campagna tanto verde quanto piatta.
La montagna mi manca, sempre. Ogni giorno. Un po' come Heidi, mi dà quel soffio vitale. Mi rende quella che sono.

è stato bello rileggerlo, sentirmi un'adulta coccolata raccontandomi da sola la storia di quella bambina. E siccome sono adulta, e anche un po' "studiata", stavolta Heidi mi ha lasciato degli interrogativi, o meglio, quella meravigliosa cosa che i docenti amano riconoscere in noi studenti: la voglia di approfondire. Voglio soffermarmi sull'idea di sublime, che c'è. E capire quale sia, davvero, la fragilità di Heidi che la porta a stare così male, in mezzo alla case. Perché quella fragilità.. è anche la mia.

3 commenti:

  1. "La montagna mi manca, sempre."
    Una frase del genere si sente sempre di meno al giorno d'oggi. Specie tra i giovani. Loro preferiscono le case e i palazzi, una vita piatta. Perchè alla fine il "piatto" vuol dire fatica in meno. Per me, significa solo meno soddisfazioni...

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  2. Heidi era un classico, quando ero piccola, perché è stato proprio negli anni Settanta che uscì il bellissimo cartone animato, che io ricordo in bianco e nero perché la tv a colori non ce l'avevo ancora (sembra un secolo fa). Io sono nata e vissuta trent'anni al centro di Roma, in un antico quartiere (Trastevere) pieno di case, per vedere un po' di verde bisogna salire sul Gianicolo. Eppure adoro la montagna: andiamo sempre in Trentino e in Abruzzo, sono pochi giorni ma capisco che in città mi sento sempre meno a mio agio: il mio progetto è quello, prima o poi, di lasciare la città ed andare a vivere in campagna o in collina oppure, con un po' di coraggio, proprio in montagna! posso solo immaginare quanto ti manchi, tu che ci sei nata e ce l'hai nel sangue

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  3. La montagna manca anche a me. Sempre.
    No, non quando finalmente riesco a scappare dalla città e andare a rifugiarmi fra le cime ...

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