martedì 30 aprile 2013

Parole desuete - Grazie..

Sono una di quelle persone che dicono "grazie", anche se a volte mi chiedo se faccio bene. Nel senso, se gli altri non leggano magari questa mia strana abitudine come segno di una malattia contagiosa, o di una qualche forma di psicosi, o che so io.

Quando il controllore mi restituisce il biglietto, sul treno, dico grazie. Quando scendevo dalla funivia di Chamois, dicevo grazie al manovratore. Quando qualcuno mi dà un'informazione, o mi porge un foglio, o un libro, dico grazie. Quando mi portano il cibo a tavola, ringrazio.

Mi è capitato, di recente, di fare un lavoro che mi ha richiesto abbastanza tempo per un gruppo di persone: un lavoro a parer mio utile, e molto. Quasi nessuno mi ha ringraziato, nessun cenno di assenso, neanche una conferma. Niente di niente.

Uscendo dal Museo Arcivescovile di Ravenna, ho tenuto aperta la porta per due persone. Nessuno dei due mi ha non dico ringraziata, ma nemmeno guardata.

Ho appena combinato un piccolo disastro in un ambiente abbastanza affollato: ho dovuto chiedere aiuto, prima che qualcuno mi guardasse. Grazie tante!

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