giovedì 6 giugno 2013

L'acustica perfetta - Daria Bignardi.

Contrariamente al solito, ho scelto di non inserire la trama del libro di cui vado a parlare oggi. Mi sembrerebbe in un certo senso riduttivo: l'intreccio di base è in effetti semplicissimo, e raccontarlo finirebbe, a parer mio, per svilire la poesia di questo romanzo, per annullare le sue sfaccettature. Da lettrice di Vanity Fair, leggo tutte le settimane l'editoriale della Bignardi, ma non mi ero mai avvicinata ai suoi romanzi. Gli estratti di Un karma pesante e Non vi lascerò orfani non mi avevano entusiasmata, anzi. Ho trovato, per caso, L'acustica perfetta nella lista dei desideri Amazon di mia mamma (lista registrata con il mio account, ma nessuno è tecnologicamente perfetto :) ), e ho deciso di provarci.

Leggere L'acustica perfetta è una sorta di viaggio. Viaggio tra le pieghe della psiche umana, all'interno di un matrimonio, nella storia di due persone, vicine per tanti anni ma lontanissime. La storia di due vite che proseguono disgiunte, pur condividendo casa e figli. La fuga di Sara e la ricerca di Arno. Le bugie di lei, il suo essere complicata e problematica, e la reazione di Arno alla scoperta che il pragmatismo maschile non sempre è sufficiente. E la sua presa di coscienza di come stanno veramente le cose: che non basta credere di amare, per amare.

Una scrittura semplice ma coinvolgente, e il riuscitissimo esperimento di una donna che tenta il viaggio nella testa di un uomo: esperimento che avevo giudicato impossibile dopo Non ti muovere della Mazzantini, ma qui la Bignardi è perfetta, non cade né nel volgare né nel grottesco, fermandosi alla semplicità, alla concretezza. Che a noi donne, a volte, manca.

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