martedì 27 agosto 2013

150 ore, 150 volte grazie.

All'inizio, sapendo quante ore di lavoro bisogna totalizzare, viene abbastanza naturale fare i conti, pianificare, aver voglia di finire per passare ad "altro", qualsiasi cosa sia questo altro. In questo caso, il mio "altro" è l'avvio della tesi, un impegno abbastanza gravoso, e non le vacanze che, cadute a metà del tirocinio, vincono il premio di miglior viaggio della mia vita (per ora). 
Ma piano piano che si va avanti, che le ore si accumulano sulla griglia, si vorrebbe fermare il tempo. Certo, la stanchezza pesa sempre, la mezz'ora di pullman tutte le mattine, e quei cinque minuti di attesa al gelo, non mi mancheranno, anzi. Ma ancora qualche giorno al Castello Gamba l'avrei passato volentieri. Perché mai come in questo caso il tirocinio non è stato "preparare il caffè e far fotocopie", come dice chi ti prende in giro sapendo che ti prepari ad affrontare lo stage. Questa volta davvero mi sono misurata con le mie conoscenze, le mie forze, ho imparato a fare cose nuove partendo da quelle che sapevo già. Ho pianto, ritenendo che le cose che sapevo fossero insufficienti, e sono stata consolata. Ma soprattutto, e questo è speciale soprattutto per chi, come me, ha per natura qualche difficoltà ad avvicinarsi agli altri, a fare amicizia, il tirocinio questa volta ha significato rapporti umani, ha significato conoscere persone che da dopodomani mi mancheranno, una in particolare, che mi ha sempre incoraggiato, spronato, e ringraziato per i piccoli gesti che cercavo di compiere per rendermi utile. Grazie, Vale. 

Ma il progetto di tesi c'è, parte, partirà a breve. E allora insieme a voi passerò ancora (spero) un po' di tempo, almeno ogni tanto.

1 commento:

  1. Alla fine hai visto che è andato tutto quanto benissimo? Sono orgoglioso di te!

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