venerdì 8 novembre 2013

Flaming - parlando di libri.

In realtà non so se si possa definire "flaming" il fenomeno che sto per andare ad illustrare. Il flaming è, da wikipedia, "l'espressione di uno stato di aggressività mentre si interagisce con altri utenti di Internet", mentre il "flame" è un messaggio "deliberatamente ostile e provocatorio".

Si tratti di flaming o no, comunque, mi sono resa conto che in nessun posto ci si scanna tanto quando sui forum / online o sui gruppi Facebook.

Uhm, forse sono stata generalista, cosa che odio. Vediamo di chiarire. Dove l'argomento è una "passione" neutra, che non ha ricadute sulla valutazione della persona appassionata / interessata all'oggetto, non ci si scanna, anzi. Per esempio, sono entrata a far parte di recente di alcuni gruppi / forum su coppette mestruali e contraccezione naturale (no, non sono incinta) e lì il clima è disteso, ci si aiuta, collabora. Ma secondo me, per il semplice fatto che non c'è nessun motivo per sentirsi l'una "superiore" all'altra. Io che uso la coppetta non sono certo migliore di te che usi i tampax, e viceversa.

Ma quando si comincia a parlare di argomenti / oggetti che possono, e badate bene ho detto possono, implicare una valutazione sulla persone che di quell'argomento è appassionata / fruitrice / ammiratrice, alé! Siamo nel pieno dello scompiglio, della guerra.
Scendo nello specifico, così ci ci capiamo meglio. Entrare in un gruppo Facebook in cui si parla di libri è un po' come scendere in un circo romano. E quando ci entriamo, non sappiamo se siamo gladiatori armati fino ai denti o schiavi inermi. Perché non siamo preparati alla lotta, non sappiamo cosa ci aspetta, non ce la immaginiamo neanche.
E invece la lotta c'è, ed è sanguinosissima. A colpi di ironie, frecciate, battutine e soprattutto, lasciatemelo dire, grandi spaccamenti di palle. Dai un consiglio di lettura, e quello che commenta dietro di te nega il valore del libro citato. E allora tu contrattacchi, perché nel fondo della nostra anima ci sembra che se attaccano i libri che leggiamo, definendoli sciocchi o troppo leggeri, attaccano anche noi, facendoci passare per donne di casa che non vanno oltre Intimità. E allora si scatena l'inferno, perché l'orda dei commentatori salta su, prende le parti dell'uno o dell'altro, tirando fuori vecchi post che io personalmente non ho letto...che poi mi sento sempre un pesce fuor d'acqua, non conosco nessuno di quelli là dentro, che invece si parlano e si citano come se fossero vicini di casa, come se andassero tutti i giorni insieme al supermercato. E a quel punto, ci si divide in tre categorie. Quelli che partecipano accaniti alla lotta, manco fosse una questione di vita o di morte, e secondo me lì davvero il gruppo, la discussione, lo spunto, vengono usati solo per sfogare un'aggressività che nella vita di tutti i giorni si è costretti a reprimer; persone che portano avanti la discussione per tre quattro giorni di fila, così. Ci sono quelli che si lamentano, che dicono che non se ne può più, che non è possibile che si passi il tempo a dare degli idioti a quelli che leggono Volo e Muramaki, o a litigare se siano meglio gli ebook e i libri, e continuano a lamentarsi a gran voce arrogandosi il diritto di starne fuori. Cosa che però non fanno mai.
E poi c'è la terza categoria, quella di chi dice la sua e poi, se la situazione degenera, preme il fantastico tasto "non seguire più questo post". Io faccio così, e non è né vigliaccheria né paura del confronto. E' solo che davvero, non ho tempo né voglia di star lì a difendere tutte le mie letture o la scelta di usare il Kindle. Che poi, ricordiamoci che uno dei diritti del lettore è quello di leggere "qualsiasi cosa".

Però davvero, se provassimo a rilassarci, a scambiarsi consigli con serenità? come non sei il voto che prendi a scuola non sei nemmeno il libro che leggi, grazie al cielo. Certo, non tutti possono / vogliono leggere Dostoevskij, e credo sia un loro diritto. Ma abbiamo anche tutti il diritto di leggere Fabio Volo (che a me personalmente non interessa) senza che tutti si coalizzino per darci dei cretini. Anche perché se non leggiamo, se non vediamo, se non tocchiamo con mano, come facciamo a dare un giudizio?
Conosco persone che ritengono le Cinquanta sfumature il miglior libro mai letto in vita loro, e allora sì, che posso farmi due / tre / cento domande sul loro livello culturale. Ma non ha senso spararci a vicenda solo perché abbiamo cominciato a leggerlo, o contemplato l'idea di prenderlo in mano.
Anche perché la lettura serve a quello. A sviluppare il senso critico, a imparare a "leggere" il mondo.  E come possiamo farlo, se senza conoscere attacchiamo ciò che leggono gli altri?

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