lunedì 11 maggio 2015

Livore da Kindergarten

Su la pagina Facebook de La Stampa, leggo la triste vicenda di un ragazzo italiano aggredito pare senza motivo all'interno della metropolitana di Berlino.

Le storie di violenza gratuita si moltiplicano, purtroppo, ogni giorno. Non conoscono nazionalità e si verificano soprattutto nelle grandi città.
Cosa si può fare? Nulla, a parte intensificare la vigilaza ed inasprire le pene.

L'accaduto mi lascia con un senso di impotenza e stupore addosso. Si tratta di un evento terribile, e nessuno di noi può - credo - sentirsi davvero "al sicuro". Può accadere anche a me, o alla persona che amo, all'improvviso.

Ma ciò che suscita la mia rabbia, la mia indignazione, il mio nervosismo, sono i commenti che accompagnano questo articolo. Pochissime le parole di solidarietà per il ragazzo che versa in gravi condizioni di salute. Tantissimi gli insulti - anche volgari - al popolo tedesco, a Frau Merkel, a questo Paese, troppe le battutine sarcastiche.
"Ah, succede anche nella civile Germania"? "Civile e Germania nella stessa frase? Ossimoro!"
"Tedeschi di merda" "La Germania è MOLTO pericolosa".

Cosa esce da quelle frasi? Invidia per un paese che sta meglio del nostro? Quella gioia malvagia che viene fuori quando succede qualcosa di brutto a qualcun'altro? Una rivalità nata dopo la guerra - o forse prima - e mai sopita?

La risposta non ce l'ho. Probabilmente non ce l'hanno nemmeno quei commentatori a cui una tastiera e una connessione hanno fatto pensare che libertà di parola e libertà di dire tutte le stronzate che ci vengono in mente coincidessero.

Quando la smetteremo di essere un popolino divorato dalla maldicenza e dal livore? Quando impareremo il valore della condivisione e della compassione? Quando impareremo a comportarci da persone adulte, e non da bambini di due anni? E a tacere, se proprio non abbiamo niente di sensato da dire?

P.S. Il primo che commenta dicendo che però, anche Der Spiegel, contro Schettino... lo lancio fuori dalla finestra.

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