lunedì 7 settembre 2015

L'armadio dei vestiti da casa

Come capita spesso dopo un rientro, mi sono ritrovata a dover lavare ed asciugare alcune cose che ho portato dall'Italia senza averle passate prima nella lavatrice a Torino, e altre che avevo abbandonato nella cesta prima di partire. 

Successivamente, mi è preso un vago attacco di sacro fuoco dell'ordine e ho anche dato una sistemata ai cassetti.  Spero non mi ricapiti per molto tempo. 

Bene. Il cassetto più difficile da richiudere si è rivelato quello che ospita i vestiti "da casa". Fin da piccola ho la mania, trasmessami da mia mamma, di cambiarmi appena entro in casa, fosse solo per 5 minuti. Trovo scomodissimo e antiigienico tenersi addosso i vestiti con cui si è stati fuori.
I miei vestiti da casa non sono tutone antistupro della Decathlon, ma sono vestiti che una volta andavano bene fuori, come maglioni di cachemire, maglie a maniche lunghe, pantaloni da trekking che sono diventati impresentabili. Insomma, antistupro ma con stile.




Tra i vestiti da casa ci finiscono tutti quei capi dotati di macchie tenaci, acquisti sbagliati, i rarissimi pezzi assurdamente fuori moda e quegli abiti così amati da essere lisi, ma troppo amati per poter essere buttati. Ogni anno il mio armadio subisce una revisione, e gli scarti prendono il via della zona dell'armadio dedicata agli abiti da casa. Potete bene immaginare come questa zona continui a crescere ogni anno, anche perché nemmeno i buchi autorizzano a buttar via i vestiti da casa, non sia mai!

Mia mamma ogni tanto si lamenta dell'abbondanza del mio guardaroba, sottolineando che ho troppa roba. Vero! Ma è perché non buttiamo più niente da quando ho smesso di crescere, ossia dal '99 circa, non perché ne compri troppa!

Insomma, potrei sopravvivere chiusa in casa per un anno senza lavatrice, e avrei sempre un look diverso! 

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