domenica 21 febbraio 2016

L'espatrio, ovvero informarsi PRIMA di partire. E capire che siete ALTROVE

Ho riflettuto molto sullo scrivere o meno questo post. Rifletto anche ora, mentre sto già digitando. 

Perché l'argomento è scottante, perché non conosco le situazioni di tutti, perché è sicuramente facile parlare quando si ha il culo al caldo, e io sicuramente ce l'ho. Ce l'ho adesso che lavoro, ce l'ho adesso che parlo tedesco ma ce l'avevo anche prima.

Però. Però forse questo post può dare una sveglia a qualcuno.

Giornalmente, sui gruppi di italiani all'estero leggo domande che mi sconvolgono. Che mi lasciano con un misto di rabbia e di incredulità. Che mi fanno capire quanto davvero sia elevato l'analfabetismo funzionale del nostro paese, ed è un dolore immenso. Vedere come situazioni di ignoranza grave esistano ancora oggi, nel 2016, è qualcosa che si fa fatica ad afferrare. 
Vedere che c'è chi in quelle situazioni ci sguazza, trovando sempre una giustificazione, una scusa per non lottare, per rimanere fermo, preferendo prendersela col prossimo piuttosto piuttosto che ammettere di essere in torto, beh... quello mi fa una rabbia immensa.

Partire e cambiare nazione e abitudini non è facile, MAI. Nessuno ha mai detto che lo sia. Nessuno vi aspetta per darvi il benvenuto e l'assegno di mantenimento. Nessuno si prenderà la briga di spiegarvi cosa dovete fare per sistemare tutte le cose burocratiche. Nessuno. Il mondo continua a girare, non è che perché siete arrivati vuoi tutto si ferma e tutti corrono a spiegarvi le cose. Sarebbe bello se fosse così ma non lo è.
Se commettete uno sbaglio e ne pagate le conseguenze, non sono gli altri, in questo caso i tedeschi, a essere stronzi. Siete voi che siete in torto. Punto. La legge e le regole non ammettono ignoranza delle stesse. Quando ci si trasferisce in Germania - per esempio - bisogna fare l'assicurazione sanitaria.
Quando ci si trasferisce all'estero per restarci bisogna iscriversi all'AIRE. Nessuno ti viene a prendere a casa se non lo fai, ma è un obbligo sancito dalla legge. Se poi avete problemi con tasse e documenti non vi potete certo lamentare. Non è ammissibile che persone che vivono all'estero da due o tre anni non sappiano "CHI SIA il Consolato".
Esiste Internet. Usatelo. Ma usatelo bene, informatevi prima di partire. Fatelo attraverso siti istituzionali o siti che ad essi rimandano. Sono fatti bene e si riesce a trovare una risposta a tutte le vostre domande, garantito da chi ci è passata. Non fidatevi dei passaparola, da chi dice che "in teoria si deve fare così però anche se non lo fai non importa", perché importa eccome.

Poi. Mettevi in testa una cosa. Siete ALTROVE. Ve ne siete andati. Non potete pensare di trovare le stesse cose che c'erano al supermercato sotto casa. E soprattutto, non è quello che conta nella vita. Si campa anche senza besciamella o che so io. Distaccatevi da questi attaccamenti morbosi dalle vostre abitudini. E soprattutto, a proposito di abitudini, smettetela di dire che gli "indigeni" del paese in cui vi siete trasferiti sono STRANI. Non avevo fatto caso a questa cosa sgradevole finché la mia insegnante di tedesco non mi ha detto che non ne poteva più di sentirsi dire che i tedeschi erano strani. Allora ho aguzzato la vista e teso le orecchie e mi sono accorta che aveva ragione. Che ovunque si scrive e si dice che i tedeschi - o chi per loro, si intende - sono strani, o pazzi, o proprio "non ci stanno con la testa" o sono malati. 
No, non sono malati. Semplicemente sono DIVERSI. Hanno un'altra cultura, pensano e agiscono in un modo diverso, che vi piaccia o no. Non sta a voi giudicare. Se non siete pronti a conoscere un nuovo modo di vivere - che magari non condividerete mai e non farete mai vostro - state a casa. Detto col cuore.

Nodo dolente: la lingua. A meno che non siate in Arabia Saudita o simili e viviate tra altri immigrati e vi basta l'inglese, DOVETE imparare la lingua del paese di destinazione. Non ci sono santi. A meno che non vogliate vivere da recluse e perennemente dipendenti da qualcuno, ovvio. 
Vi svelo un segreto: anche quello è difficile. Per tutti. Anche quelli che la lingua la sanno, all'inizio hanno fatto fatica. Non vittimizzate, cercate di sbrogliarvela dall'inizio. 
Fatevi la lista della spesa con lo Zanichelli, invece di chiedere. Farete del bene a voi stessi e al prossimo. 

1 commento:

  1. Che poi, la besciamella sempre meglio farla a casa XD
    Concordo cmq in tutto. È già complesso cambiare città nello stesso paese, figuriamoci andare all'estero.

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