domenica 2 maggio 2010

Che delusione…

Il Signor Carlo Codega saltava spesso fuori dalla bocca della mamma e della nonna quando si parlava di qualcosa di molto vecchio o superato. Se provavo a chiedere informazioni più precise sulla sua identità, le risposte erano solitamente due : “guarda, so solo che era l’uomo più vecchio di Monza”, oppure “era un amico della nonna Luisa”, che era la mia bisnonna.

L’altra sera la mamma ha finalmente ammesso di non saperne nulla: “Fai una ricerca su google, non so nemmeno se sia esistito”.

Detto, fatto. Due sono le ipotesi prese in considerazione per spiegare quest’espressione: secondo alcuni, la sua origine dev’esser fatta risalire al 1700, quando gli uomini si lisciavano i capelli usando la cotenna (codega) di maiale; l’altra teoria si rifà al fatto che, nel primo Ottocento, il servo delle vecchie casate veniva chiamato “codega” perché indossava la marsina con le falde (i codegh).

Che delusione, gente. Io me lo immaginavo come un aristocratico signore della Monza tardo ottocentesca, col cilindro e la marsina…. sarebbe stato meglio non fare la ricerca…

4 commenti:

  1. Giovanni Codega figlio di Carlo Codega2 maggio 2010 alle ore 21:44

    Carlo Codega in realtà era il re Sole e quindi per estensione venivano chiamati codega quelli che illuminavano le vie durante la notte.

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  2. la storia del Re Sole non la sapevo.

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  3. L'etimologia del modo di dire milanese "Al temp de Carlo Codega" è la seguente.
    Prima della Rivoluzione francese (1789) i "nobili" portavano il codino sotto la parrucca incipriata. Questi non era una semplice acconciatura e sulla ghigliottina lo stesso veniva tagliato prima di procedere proprio per privare il condannato, con disprezzo, di un "simbolo" dell'appartenenza "ostentata" alla nobiltà.
    Dopo la Rivoluzione francese e, soprattutto, dopo il Congresso di Vienna (1815), all'epoca della Restaurazione, chi portava il codino era considerato un retrogrado e un reazionario fuori dal tempo e che non si rassegnava al procedere della Storia, diremmo un nostalgico di "prima"della Rivoluzione.
    Così nasce il termine "codino" che aveva questo significato: persona conservatrice, retrograda e reazionaria.
    E' in questo contesto storico che il modo di dire "Del temp de Carlo V" diventa "Al temp de Carlo Codega" per indicare un periodo storico quindi ormai definitivamente passato alla Storia e che non sarebbe più tornato, a differenza di quanto auspicavano i codini.
    Un periodo storico come era appunto quello di Carlo V la cui citazione era un pretesto, ricavato dalla storia di Milano, per indicare, come già detto, un'epoca irrimediabilmente sepolta.
    Carlo V diventa quindi Carlo Codega e poi Carlo Codino, come ci ricorda il Pizzagalli (1932), professore di latino e greco al Berchet.
    Quindi questo modo di dire aveva originariamente un significato che era riferito a quei reazionari retrogradi legati ad un passato che per i popolani milanesi era definitivamente morto e sepolto.
    Il reazionario codino veniva relegato ad un epoca, quella di Carlo V, che per Milano aveva rappresentato l'oppressione spagnola della prima metà del '500 ed era, con assoluta certezza, senza ritorno.
    Così come, nel 1796, era definitivamente tramontata l'epoca del Ducato di Milano.


    Testo e ricerca storica di Marco Boriani

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