lunedì 11 novembre 2013

Co - parenting.

Per oggi avevo in mente un post "promozionale" ma assolutamente disimpegnato, poi la visione di un articolo di D. Repubblica su Facebook mi ha turbata, e soprattutto ha provocato in me la solita "furia scrittoria" che mi viene quando penso troppo.
Il tema dell'articolo è il co - parenting. Che cos'è? Vi giuro, meglio non sapere che esiste. Comunque, adesso farò del mio meglio per rendervi edotti. L'articolo originale, comunque, lo potete leggere qui.
Sostanzialmente, esistono piattaforme online dove aspiranti genitori, sia uomini sia donne, posso conoscersi e decidere a tavolino di fare un figlio insieme. Si stende un contratto, si decide come concepire il bambino (santo cielo!) e come "gestire" in futuro le responsabilità economiche, affettive, ecc che discendono dall'aver preso la decisione di avere un figlio.

Ora, non intendo analizzare il problema dal punto di vista del bambino, perché so benissimo che un bambino può crescere bene, sano e sereno in una famiglia in cui i genitori sono separati, e so anche che un nucleo formato da mamma/papà + due figli può essere considerato famiglia, e che famiglia! :) Quindi, evito anche di dilungarmi su cosa sia una "famiglia", parola indefinibile, oggi.

Non prenderò nemmeno in considerazione il caso in cui la scelta del co - parenting venga fatta da una coppia omosessuale, perché il tema è veramente troppo delicato.

Prendiamo invece il caso in cui un uomo e una donna, eterosessuali, decidano di ricorrere al co - parenting. Il principale vantaggio è sicuramente dato dal fatto che si stende il "contratto": in questo modo entrambi sono vincolati a degli obblighi e non c'è rischio che uno dei due fugga in Papuasia lasciando il bambino sul groppone (economico) dell'altro genitore. Cosa che in un "normale" matrimonio non si può mai escludere.
Ci si priva però di tante, troppe cose. Intanto per cominciare della speranza, la speranza che dietro l'angolo ci sia la persona giusta, che può voler condividere la vita proprio con te. Certo, magari tra dieci anni può scappare in Papuasia, ma io sono dell'idea che se non scommetti, nella vita, perdi sempre. Ti privi dell'attesa, attesa che arrivi, insieme a quella persona, il momento giusto per decidere di mettere al mondo un figlio.  Ti privi della possibilità di avere qualcuno che sta accanto a te quando il bambino è ormai diventato un adulto. Certo, invecchiate insieme se lui / lei non è scappato /a in Papuasia. Mi direte che, magari, chi ricorre al co - parenting può, in un secondo momento, incontrare la persona giusta e vivere davvero le esperienze sopra citate. Ma siamo sicuri? cioè, voi riuscireste ad avvicinarvi a una persona così esigente e al contempo secondo me così insicura da aver bisogno di andare a selezionare online il genitore di suo figlio? io no.
Oltre a tutto questo, secondo me, fare una scelta del genere è una bella fuga dalle responsabilità. Sì, perché scegliere davvero una persona, guardarla negli occhi, annusarla per giorni - settimane - mesi e poi decidere che ci si può provare, a intraprendere la strada più difficile che si possa percorrere, insieme, è la responsabilità più dolce che ci si possa prendere; ed è anche, secondo me, soprattutto oggi, in tempi di crisi, una delle poche vere scelte che possiamo fare nella nostra vita.

Ho sicuramente lasciato fuori tanti aspetti, da quest'analisi scritta di getto. Quelli che ho citato sopra, e quelli che adesso non mi vengono in mente, o non riesco a buttar giù.

Ah. ho scoperto che la Papuasia esiste davvero.

2 commenti:

  1. Purtroppo la tristezza non è nel scegliere di fare un figlio al di fuori della famiglia tradizionale, che sappiamo tutti POTER essere (il che non vuol dire che sempre lo è) un covo di tristezze, angosce, violenze fisiche e mentali... ma leggere i commenti superficiali e frutto di ignoranza che vengono lasciati su questa bacheca. Io sono diventato padre, due settimane fa, di una bambina stupenda, figlia di una madre stupenda, e di un padre, io, che si sta innamorando giorno per giorno innamorando di lei. Mia figlia è la beniamina del reparto intensivo in cui si trova da due settimane visto che ha deciso di nascere prematura. Tutti la coccolano, ma in particolare io e la madre, che siamo gli unici genitori che hanno deciso di trasferirsi in ospedale per starle vicino 24 ore su 24 (a differenza di tutti gli altri che vengono una volta al giorno a far visitare ai propri figli). Appena verrà dimessa la porteremo a casa... per poter continuarla a crescerla con lo stesso amore con cui l´abbiamo accolta e voluta... . Ditemi se le parole e gli aggettivi come "Skifo", "Vergogna" si posso applicare a questa storia... perchè io e la madre di mia figlia non siamo una coppia eterosessuale... io sono omosessuale, lei lesbica, ma ci vogliamo bene e amiamo nostra figlia come si ama un qualcosa che si è desiderato e cercato tutta la vita. Sono felice di aver scelto di far nascere mia figlia in un paese, come la Germania, dove questi commenti non sono nemmeno ne immaginabili ne tollerabili.... Cercate di aprire i vostri cuori, ma sopratutto le vostre menti... Un saluto felice da un Padre....

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    1. Perdonami ma non condivido la tua scelta di copiare e incollare su un blog un qualcosa che hai scritto altrove, anche perché fai riferimento a una "bacheca" che i miei lettori non è detto vadano a vedere.

      Ad ogni modo, di casi come il tuo, e so che ce ne sono molti altri, non credo di avere la competenza (nel senso sia di conoscenza, sia - probabilmente - di grande sensibilità) necessaria a poterne parlare. Infatti, credo di essere stata corretta nel segnalare, fin da subito, quali aspetti avrei tralasciato dalla mia estemporanea analisi.

      Io ho detto la mia, di getto, da donna innamorata (di un uomo, infatti ho scelto quel punto di vista lì) e per di più figlia di genitori separati.Per cui so benissimo, purtroppo, cosa può diventare una famiglia "tradizionale". Ma conosco anche la gioia della speranza e della ri - nascita, anzi...della nascita di una famiglia diversa, più piccola ma più salda.


      A te, e alla mamma della tua bambina, vanno i miei migliori auguri.

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