mercoledì 26 febbraio 2014

26 febbraio 2014.

La bambina camminava piano, a testa alta. è strano, di solito a testa alta si cammina veloci, sicuri.
Invece lei no, camminava lentamente, esitando, senza mai chinare la testa. Senza mai voltarsi di lato, senza mai guardare chi le camminava incontro. Chi la vedeva passare rimaneva stupito di quello sguardo così sicuro. Fisso, impenetrabile. Nessuno avrebbe potuto dire a cosa stesse pensando. Felicità o timore? Ansia o serenità? Incertezza o determinazione?
Nemmeno lei lo sapeva con certezza. Camminava e basta, diretta alla meta. Un'occhiata lì, dove quel bacio in mezzo alla gente l'aveva tanto emozionata, e poi sotto, tra gli alberi, dove ci si può sedere per terra a guardare il fiume. L'uomo era già lì, seduto. Con i capelli bianchi, e lo sguardo stanco. Si diventa vecchi, quando si è l'amico immaginario di qualcuno che ti trascura. E dire che poverino, avrà poco più di trent'anni. La bambina gli scivolò accanto, e si sedette composta, senza guardarlo. Non si salutarono. Non lo facevano mai. Lei cominciò a parlare, sottovoce, con sicurezza. Con una sicurezza che dentro non aveva, ma come poteva mostrarlo proprio a lui, in quel momento. A un tratto, un soffio di vento passò tra gli alberi, turbando per un attimo la corsa del fiume. Quante volte, l'uomo aveva pensato che bastava avanzare, mettere un piede più avanti, spingersi col sedere e finire giù? E quante volte lei l'aveva trattenuto, senza permettergli di ritornare da dove era venuto? La infastidiva che sbucasse dal passato senza un vero perché, ma era incapace di lasciarlo andare. Di permettergli di tuffarsi e di nuotare davvero. Perché insomma, va detto. Se stava sempre lì seduto, era perché lei glielo lasciava fare. Gli permetteva di prenderle la mano, di attirarla accanto a sé sfiorandole il fianco se cercava di alzarsi. Era capace, la bambina, di ammettere con sé stessa che quel tocco sul fianco le dava ancora i brividi? Brividi che riportavano a pomeriggi d'inverno, a soffitti di legno, a lenzuola scomposte? Che in fondo, se avesse potuto, sarebbe rimasta - appunto - bambina, seduta a gambe incrociate, nuda, sul letto disfatto, osservando l'uomo guardare dalla finestra?

Ma il fiume s'increspò, e lui cambiò discorso. Quello che lei aveva da dire, non lo interessava più. Non era lì per ascoltarla, ma solo per attirarla con la mano sul fianco. Con le dita lunghe e sottili. Iniziò a parlare di niente, mentre lei nella sua testa formulava ancora i pensieri, quello che doveva dirgli. L'incoraggiamento, il consiglio che si aspettava da lui. Ma perché, poi?

D'un tratto, lei si voltò, verso la periferia, verso il corso del fiume. E sentì l'esigenza di alzarsi da lì, per camminare. Di non rimanere lì seduta ad aspettare. Ma prima di alzarsi, capì che non avrebbe potuto tollerare il suo tocco sul fianco. E allora non c'era scelta. Con estrema dolcezza, lo toccò lei. Sulla schiena. In fondo, era sempre stato sorprendentemente magro e leggero. Bastò poco, eh. Scivolò via, tra le acque del fiume. Senza difendersi. Inerme. 

La bambina, intanto, non aveva smesso di guardare verso la foce del fiume. Non lo vide scivolare via. Si alzò e si allontanò, mentre la corrente trascinava via l'ossessione. 

Nessun commento:

Posta un commento