venerdì 28 novembre 2014

Un anno fa - Ma io cosa ci faccio qui?

Come mi ha ricordato Stefano stamattina, esattamente un anno fa mettevo piede a Schweinfurt per la prima volta. 
Ero venuta a trovare lui che viveva già qui da settembre, mentre io stavo a casa a sudare su quella maledettissima tesi. Era ancora tutto provvisorio, incerto. Ci fingevamo (almeno, io fingevo) convinti che lui sarebbe tornato a casa, che avremmo ripreso la nostra quotidianità, più o meno rassicurante, più o meno noiosa.
Sarebbe scontato se adesso scrivessi che questa mattina, quando mi sono alzata, ho pensato che un anno fa non avrei mai immaginato che qui ci avrei vissuto. Balle. 
Il mio istinto sa dal 23 marzo 2013 - giorno in cui io e Stefano ci siamo conosciuti "live", dopo due settimane di conversione via Whatsapp - che prima o poi avrei fatto questo passo. Che avrei fatto, con lui e per lui, quello che mai avrei pensato di fare
L'anno scorso, nel breve tragitto dall'uscita dell'autostrada a "casa", mi guardavo intorno, chiedendomi se mi sarei adattata. Sicura che avrei dovuto farlo, che io qui ci avrei vissuto.

Tra il saperlo, immaginarselo, e farlo...c'è differenza.
L'ottimismo è tanto, la voglia di imparare questa lingua che mi piace sempre di più cresce ogni giorno.
Ma i momenti di sconforto non mancano. Inizialmente il corso di tedesco non mi piaceva, e mi sono accorta che la solitudine - a cui credevo di essere abituata - e le mansioni di Hausfrau non sono facili da affrontare come avevo previsto. E capita che io mi sieda in poltrona e pensi a casa mia a Torino, alla mia mamma, a mio fratello che dorme senza più nessuno nel letto di fianco. E mi chiedo cosa ci faccio qui, perché ho rinunciato a tutte le comodità, alla prevedibilità delle cose.

Poi, quando mi alzo al mattino so che il caffè è giù pronto nella macchinetta e la tazzina sistemata sotto il beccuccio. So che non importa che le polo siano perfettamente stirate. So che non devo mettere io il formaggio nella grattugia perché ci pensi tu. Sistemo il tuo pigiama sotto il cuscino, aspetto di sentire le chiavi nella toppa alla sera. Oppure, tornando da tedesco, alzo lo sguardo verso le finestre per vedere se sono illuminate, se sei arrivato prima di me. Mi siedo a leggere mentre tu prepari la cena. E so perché sono qui.





2 commenti: