mercoledì 12 novembre 2014

Hausfrau? Warum nicht? (Almeno per un po')

Da quando sono qui in Germania, mi capita spesso che mi venga chiesto - online e da chi frequento sporadicamente, non certo dai miei amici / parenti stretti - come sto, se mi sto ambientando, come passo le mie giornate e se ho trovato un lavoro.

Rispondo una volta per tutte: un lavoro non solo non l'ho trovato, ma non lo sto nemmeno cercando. Per la semplice ragione che quando ci si trasferisce in un paese straniero, a meno che non si sia in condizioni economiche difficili, e non è il mio caso, prima si impara la lingua, e poi ci si cerca un lavoro. Soprattutto se si hanno una laurea in tasca e un certo numero di aspirazioni.

Come passo le mie giornate? Oh, meravigliosamente. Sto a letto fino a mezzogiorno, mi porto un sacco di libri da leggere in camera, mi preparo uno spuntino e lo consumo a letto e poi esco, per andare a spendere nelle profumerie di Schweinfurt ciò che il povero Stefano guadagna. Faccio la mantenuta.

Sto ovviamente scherzando, le mie giornate sono composte da tanto studio del tedesco perché voglio tenermi in esercizio prima dell'inizio del corso, che spero cominci a breve, tante letture, altrettante recensioni e lavori domestici. E passeggiate in centro nel corso delle quali il mio cervello fa l'analisi logica di tutti i cartelli / volantini / insegne che vedo prima che io riesca a impedirglielo. Il tedesco investe le mie giornate, anche quando mi sembra di non pensarci.

Ho tanta voglia di cominciare il corso, di frequentare qualcuno, di mettermi alla prova, di misurarmi con una realtà nuova. Ma non sto male in casa. Verrà - spero - il momento in cui potrò iscrivermi a qualche agenzia interinale o chissà come si usa qui, ma per adesso sto bene. Non mi dispiace la vita da casalinga. Sono serena.

Mimma Zizzo, su Mamme nel deserto, ha pubblicato questo semiserio Contratto della moglie expat, in cui immagina di dover firmare un contratto da un notaio prima di seguire il marito in Kuwait. Io sono solo in Germania e non ho figli, ma un passaggio del suo post mi ha colpita. Con il suo permesso, lo posto qui (ma voi leggetelo tutto, ne vale la pena):

Allora, iniziamo con la prima clausola: "Signora Mimma Zizzo dovrà lasciare il lavoro e occuparsi h24 del marito e dei figli, perdere la sua indipendenza economica e mettere via tutti i sacrifici fatti"
"Notaio, lo so, è stata la nostra prima preoccupazione. Ma è la cosa migliore per noi. Poi insomma pure mia madre alla fine ha fatto la stessa cosa"
"Certo signora, ma sua madre era in un’altra epoca. Per tutti sua madre sarà stata una brava donna, brava moglie e madre e i soldi erano della famiglia. Lei invece sarà la mantenuta. Quella che ha tanto tempo, che non lavora. È pronta a sentirsi chiamare così??"
Faccio di si con la testa. Ma non ci avevo pensato, pensavo che sarebbe stato al massimo un mio problema non per gli altri.


 Ok, io non ho lasciato nessun lavoro, perché ho scelto di seguire Stefano subito dopo la laurea.
Con me ho portato solo un certificato di laurea a uso estero - che devo far tradurre in tedesco, ndr - l'attestato di frequenza di un corso del Goethe e, ovviamente, una ricca dote :)
E per adesso, come dicevo, sto in casa. Ho tanto tempo. L'ho scelto io, mi ci trovo bene, anche se a volte mi sono sentita sola, ho pianto, mi innervosivo a stirare o a far asciugare i pavimenti. Ma è un problema mio, e solo mio. Non è, e non deve essere un problema degli altri.

Noi donne dobbiamo lottare ogni giorno con il giudizio degli altri su di noi. E la donna che rimane a casa - per scelta, per convenienza, perché non può far altrimenti - viene sempre giudicata, soppesata, provocata più delle altre.
E purtroppo, chi giudica sono troppo spesso le donne. E' una cosa triste, perché come dice la mia amica Alessandra "se fossimo solidali tra noi saremmo veramente una potenza".

E allora cominciamo noi per prime a camminare a testa alta, a essere coraggiose, a non pensare che le nostre scelte siamo un problema degli altri, a quello che pensano tutti di noi.

E io, per un po', faccio la Hausfrau. Semplicemente perché, al di là di tutto, per adesso sto bene così. E sto bene io... :)


4 commenti:

  1. Bel post giovane ragazza! Stai facendo la cosa giusta !!!

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  2. Vorrei poter fare pure io l'hausfrau, come lo vorrei. Purtroppo però la mia proposta di tornare al baratto non ha avuto esito positivo e quindi ho bisogno del vile denaro.
    Fai bene a puntare sulla conoscenza della lingua. È fondamentale.

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    1. Diciamo che sono consapevole di essere arrivata qui in una posizione per così dire... "privilegiata", ecco. Spero di ottenere buoni risultati con lo studio.

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