Il titolo originale è incomparabilmente più bello: Peaches for Monsieur le Curé.
Chocolat mi è piaciuto, Le scarpe rosse mi ha stregata, Il giardino delle pesche e delle rose…l’ho adorato. Uno di quei libri che non vedi l’ora di finire, e appena l’hai finito sei persa, sola. Con l’ultima pagina, rimaniamo orfani di Vianne Rocher, che deve riprendere il suo viaggio.
Vianne di nuovo a Lansquenet. Vianne che deve aiutare quello che nel primo romanzo era il suo nemico, Monsieur le Curé. Di nuovo una narrazione a due voci, che stavolta sono quella di Vianne e quella di Reynaud. Ed è meraviglioso come attraverso questo scambio di voci la Harris riesca a farci entrare nel personaggio, a farci provare simpatia, paura, commozione per padre Francis, che in Chocolat ci provocava solo antipatia e indignazione.
Una Lansquenet cambiata, con dei nuovi abitanti, i cosiddetti maghrébins, che ci diventano familiari come Joséphine e Caroline Clairmont. Una storia di integrazione, di ignoranza, di pregiudizi. Di violenza, di barbarie, di paura. Di amicizia, di amore. La Harris ci racconta tutto questo con toni delicati, ma senza nasconderci le nostre ipocrisie quotidiane, piccole ma non meno aberranti.
E accanto a Vianne, a Anouk, a Rosette, a Bam e Pantoufle c’è sempre Roux, che questa volta è meno domestico, più coraggioso e zingaresco, com’era in Chocolat. E la stessa Vianne coraggiosa di Chocolat si ritrova a fare i conti con le difficoltà di un rapporto di coppia, i dubbi e le gelosie. E forse impara ad ammettere di aver bisogno di qualcuno.
E' assolutamente indispensabile che io superi l'idiosincrasia che provo verso la Harris e legga i suoi libri ...
RispondiEliminadirei che proprio ne val la pena!
RispondiElimina